Truffe, Whatsapp e furgoni bianchi che “imbarcano” bambini: tra pericoli veri (pochi) e psicosi (tanta)

Il messaggio-audio di Whatsapp, sulla presenza in zona di un finto tecnico Enel, sembrava verosimile. Il file, che continua a circolare con insistenza sui telefonini degli utenti della costiera sorrentina, sta creando un alert da tenere comunque in debita considerazione. Ma cosa c’è di vero? Cosa invece rappresenta un allarmismo infondato?

Di vero c’è che in giro, da Vico Equense a Massa Lubrense, ci sono tanti “procacciatori di contratti” che operano “porta-a-porta”, e che, con informazioni poco chiare, cercano di trasferire l’ignaro utente da un gestore ad un altro. Come? Si spacciano per Enel (la differenza però può essere “labile”: ci sono infatti due compagnie, Enel Servizio Elettrico ed Enel Energia), parlano di fantomatici risparmi in bolletta o di adeguamento di tariffe, chiedono di visionare la fattura e da lì trascrivono il codice di migrazione. Poi, chiedono all’utente di sottoscrivere un semplice documento che accerta l’avvenuto sopralluogo. In realtà, il più delle volte, quella firma rappresenta il passaggio dalla vecchia compagnia ad un nuovo gestore di energia elettrica. Una truffa in piena regola, perché fa leva sulla scarsa consapevolezza dell’utente. Scarsa consapevolezza, a sua volta, determinata dalle informazioni fuorvianti o poco chiare ricevute.

Cosa c’è invece di falso, o di non verificato, nel messaggio audio? Innanzitutto la caratterizzazione locale dello stesso. Non c’è alcun riferimento alla costiera sorrentina, anche perché lo stesso messaggio è già circolato in altre parti d’Italia, scatenando lo stesso identico allarmismo.
Ma non solo: si parla di un finto tecnico Enel a caccia del numero del contatore. In realtà, il numero del contatore è un dato “indifferente” ai fini della migrazione da un vecchio ad un nuovo gestore. Quello che conta, e che va sempre tenuto riservato, è il codice di migrazione, che è presente in bolletta (e non sul contatore!).

Il racconto si arricchisce della presenza di un furgone bianco: furgone bianco già utilizzato in una vecchia “catena di Sant’Antonio”: “furgone bianco guidato da fantomatici clown, a caccia di bambini”. Una “bufala” certificata in piena regola e ripresa da tutti i principali siti di bufale: in Italia, non c’è stato mai un commissariato di polizia o una stazione di carabinieri ad aver provato l’esistenza di clown a caccia di minori.

Ma il furgone bianco del messaggio Whatsapp ritorna in una nuova segnalazione circolata sui social network nella giornata di ieri. Una segnalazione di un uomo, un senza-fissa-dimora (“probabilmente lo stesso del furgone bianco”), che a Piano di Sorrento, nei pressi del negozio Acanfora, avrebbe rincorso e spaventato una ragazzina. Ragazzina che sarebbe stata soccorsa da una passante, che, a sua volta, avrebbe denunciato l’accaduto dai carabinieri. In realtà, le forze dell’ordine del territorio, interpellate dalla nostra redazione, hanno smentito l’accaduto. Come infondate risultano le voci sulla presenza di un “furgone bianco” sospetto.

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