USO E ABUSO DI VIDEOGIOCHI: QUAL E’ IL CONFINE?

Per i bambini il gioco è una cosa seria! Ci piace ripeterlo spesso, ad avvalorare l’importante funzione che questo strumento ha per lo sviluppo cognitivo ed affettivo del bambino. Alcuni giochi, lungi dal costituire una perdita di tempo, sono in realtà da considerarsi un canale per lo sviluppo della creatività, delle capacità organizzative e di problem solving ad esempio. Certamente nell’era digitale il gioco ha assunto nuove forme, portando con sé domande rispetto a quanto i videogames abbiano comunque effetti benefici nello sviluppo, al pari dei giochi tradizionali. Primo punto: sarebbe sbagliato generalizzare, in quanto non tutti i videogiochi sono uguali e, soprattutto, è la quantità di tempo dedicata a questo tipo di attività a fare la differenza. L’utilizzo corretto, cioè non eccessivo e di tipologia adatta all’età del bambino, può avere effetti positivi sulle capacità di percezione, le competenze manuali e nel perseguire obiettivi, nonché sull’abilità nel prendere decisioni rapidamente. Altro discorso è l’utilizzo prolungato, soprattutto quando avviene a scapito di attività e momenti di socializzazione, e l’esposizione a giochi violenti. Secondo un’indagine condotta in Italia da Peter Pan Onlus un ragazzo su tre tra gli 11 e i 13 anni presenta ansia e sintomi neurovegetativi a causa dell’uso di videogiochi violenti. Inoltre, una ricerca del 2014 dell’Istituto di Ortofonologia di Roma, fatta su studenti dai 10 ai 19 anni, ha rilevato che il 75% degli adolescenti gioca ai videogiochi on line, e in buona parte lo fa in solitudine, e l’85% predilige giochi più aggressivi. Secondo Dimitri A. Christakis del Research Institute Children di Seattle (Usa), passare troppo tempo a giocare ad ammazzare e sparare persone virtuali può favorire lo sviluppo di comportamenti aggressivi e pericolosi per sé e per gli altri, interferendo invece negativamente nello sviluppo dell’ empatia. In generale, alcuni campanelli d’allarme che segnalano un abuso di videogiochi sono da considerarsi l’eccessivo interesse per questa attività a scapito delle altre, in particolare quelle che comportano un’esperienza relazionale; stato di malessere fisico e/o psichico quando si interrompe o si riduce l’utilizzo dei videogames, alterazioni nel tono dell’umore fino ad arrivare a manifestazioni di ansia o problemi del sonno. Attenzione dunque ai giochi scelti dai propri figli, consultare le indicazioni sulle scatole rispetto alla fascia d’età adatta, vigilare in modo da entrare nel loro mondo, cercando di capire cosa li appassiona e cosa sarebbe meglio evitassero, avendo cura di spiegare loro le motivazioni. Soprattutto, offrire valide alternative allo stare in casa davanti ad uno schermo, attraverso attività condivise in famiglia o con i coetanei e, quando possibile, all’aria aperta.

Dott.ssa Margherita Di Maio, psicologa ad approccio umanistico e bioenergetico. Per info 331 7669068

Dott.ssa Anna Romano, psicologa-psicoterapeuta dell’età evolutiva. Per info 349 6538043

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