Con il vescovo Aiello “Note per l’anima”

Non è un appuntamento che si tiene in Penisola, ma è un’iniziativa che porta musica anche qui. Perché chi ha conosciuto monsignor Arturo Aiello, e chi ha avuto l’immenso privilegio di incontrarlo negli anni della formazione o in qualunque altra fase della vita,  non può non ricordarne la chitarra e la voce. I contorni delle immagini sbiadiscono, ma la sua voce, neanche i decibel del forte, frenetico, rumoroso vivere di questo tempo la intaccano. Per questo, attraverso le sue parole, riportiamo la notizia di due appuntamenti all’auditorium “Vincenzo Vitale” ad Avellino alle 19, il 9 novembre e il 14 dicembre.

“Note per l’anima” è una iniziativa che nasce da un progetto di collaborazione tra la Diocesi di Avellino e il Conservatorio “Domenico Cimarosa”, una sorta di “sonata a quattro mani” che vede in campo artisti (docenti ed alunni) del prestigioso Conservatorio ed il Vescovo.  Il prossimo 9 novembre e 14 dicembre, alle ore 19.00, nell’Auditorium “Vincenzo Vitale”, conosciuto anche come “Casa della Musica”, si svolgeranno i primi due incontri. Di cosa si tratta? Di musica dal vivo e meditazione alternati, impastati, armonizzati, per adulti alla ricerca di un’oasi dove cultura e fede comunicano e si danno la mano. Nella corsa folle dove siamo lanciati ogni giorno dove conta solo ciò che è utile, immediatamente fruibile e da consumare in fretta, “Note per l’anima” si pone in controcorrente come sosta salutare tesa a far ritrovare se stessi nell’utilità dell’inutile: l’arte. Una sorta di scavo per ritrovare falde di “chiare fresche e dolci acque” cui dissetarci in un momento di incanto dove la bellezza ci viene incontro da uno spartito, da un verso, da una parola o semplicemente da una pausa. Ringrazio di cuore le autorità accademiche ed amministrative del nostro Conservatorio che, con disponibilità ed entusiasmo, hanno subito raccolto e condiviso il sogno di una collaborazione artistico-spirituale a beneficio di chi vorrà aderirvi. “Note per l’anima” è il piacere di riscoprire i sensi interiori percorrendo la via della bellezza in un tempo dove si esalta solo l’effimero, il tentativo di dare un supplemento d’anima alla città o di riscoprire la città dell’anima che è dentro di noi e che Italo Calvino chiamava “Città sottili”.

 

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