Vico in lutto. Addio a Violetta Prokhorova, vedova Savarese. Stella del balletto mondiale

La scomparsa di Violetta Elvin Prokhorova, vedova Savarese, per me donna Violetta, un esempio di inimitabile femminilitá, di grazia, di stile, di eleganza e di garbo, mi addolora e mi prostra profondamente, con il grande rammarico di non aver potuto, in quest’ultimo anno di clausura, renderLe più visita nel suo bellissimo attico, di fronte all’adorato Golfo di Napoli, nel Palazzo Savarese, a Vico Equense.

Una grande stella del balletto mondiale, nata al Bolshoi, una donna forte, determinata e insieme dolcissima, una creatura di Dio,  meravigliosa, che per amore del suo Fernando e della terra vicana, di cui era profondamente innamorata, abbandonó la danza e il Royal Ballet di Londra, nel culmine del successo.

Un donna amante della libertà, che dovette subire anche l’ostracismo del regime stalinista, ma non si arrese mai. Una folla di ricordi mi assale e mi commuove, specie di quei teneri  pomeriggi trascorsi insieme con Lei a conversare, mentre Riccardo Piroddi registrava, sulla sua straordinaria storia di artista, affidandomi confidenze e rivelazioni, mai prima svelate ad alcuno, che ho cercato di narrare rispettosamente nel  romanzo biografico

“Dance The Love – Una stella a Vico Equense”. L’epopea del suo percorso artistico, dalle origini familiari alla scuola di ballo del mitico teatro moscovita,  al passaggio verso la libertà, a Londra, alle tournée nei maggiori teatri lirici del mondo e, infine, il suo magico approdo sentimentale a Vico Equense. Pur nel dolore, voglio rinnovare, in questo momento di distacco terreno, la mia totale gratitudine verso donna Violetta,  per la fiducia che ripose in me e per la riconoscenza che mi volle manifestare, dopo la  lettura della bozza dell’opera, per aver rispettato le sue riservate  “confessioni”, senza speculazioni e senza manipolazioni.

Mi conforta, in quest’ora triste, la memoria di quella sublime serata di presentazione del libro, organizzata dal regista Giuseppe Alessio Nuzzo, sulla terrazza a mare dell’Antica Cattedrale e quel “Sogno di Violetta”, ricordato dal giornalista  Antonino Siniscalchi, con il quale si chiude la biografia: potere  tornare, ultranovantenne, a danzare, sul palcoscenico del Bolshoi, ne “La bella addormentata” di Ciaikovskij. Spero che il Sindaco Andrea Buonocore, che partecipó a quel memorabile evento, illuminato dalla presenza di quella stella, ancora fulgidissima, ne voglia onorare pubblicamente la memoria, consentendomi di tessere un elogio compiuto di una indimenticabile figura di etoile, di figlia, di moglie e di madre. Con questi sentimenti di affetto, mi stringo, in un fraterno abbraccio, all’amatissimo figlio Toti e alla famiglia tutta, nonché all’intera comunità di Vico Equense.

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